Pier Paolo Pasolini. Per molti l’ultimo vero intellettuale

Pier Paolo Pasolini. Per molti l’ultimo vero intellettuale

Cinema, Tècne Magazine
Pier Paolo Pasolini nasce nel quartiere di Santo Stefano di Bologna il 5 marzo 1922. Figlio di Carlo Alberto Pasolini (un ufficiale di fanteria bolognese) e di Susanna Colussi (maestra friulana di Casarsa della Delizia); mostra sin da piccolo una spiccata attitudine estetica nei confronti dell’arte e della letteratura. I primi problemi Pier Paolo li vivrà già in ambiente domestico perché, mentre manterrà fino alla fine dei suoi giorni, un rapporto stupendo con la madre, non si potrà dire la stessa cosa per il rapporto paterno che fu il classico soldato e, per di più, fascista convintissimo. Proprio Carlo Alberto salverà la vita di Mussolini in un attentato a Bologna. Pier Paolo è il primo di due figli, fratello di Guido con il quale avrà sempre un rapporto molto intimo…
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Lost, una delle serie TV più acclamate dalla critica

Lost, una delle serie TV più acclamate dalla critica

Arti Visive, Tècne Magazine
Quando si è appassionati di una serie TV la successione delle puntate, i tempi di pausa tra uno e l’altro episodio e, soprattutto, il tempo fermo tra una stagione ed un’altra sembrano interminabili. Devo dire che, personalmente, ho visto da poco quindi a distanza di molti anni da quando uscì. Da quel lontano 2004 (data di uscita della prima stagione) fino ad arrivare alla stagione numero 6 nel 2010. Entrambe queste date sembrano lontanissime e, dal punto di vista di tecniche cinematografiche e computer grafica, certamente si tratta di un prodotto datato ma (qui va fatto il primo applauso) assolutamente godibile nonostante la differenza di tecnologia intercorsa tra quel che fu e ciò che è adesso. Lost è la serie della rottura tra quel che era prima e quello che…
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The Banshees of Inisherin: gli spiriti dell’isola intonano un canto di insoddisfazione e appagamento

Cinema, Tècne Magazine
Un’isola affascinante è teatro di una storia paradossale. Quanto mai attuale. Non banale. Il regista (Martin McDonagh) ci offre uno spaccato di due filosofie autoevidenti in atavico contrasto tra loro, seppur legate da decenni di vicinanza fraterna. Un’amicizia pluriennale sferzata da sinistre forze che giochino al fraintendimento e rischino di essere volano di atrocità. Cantori di tragedie dal verificarsi incerto, sono quasi personificate in immagini caricaturali che non esistono più, nonostante molto feconde nella mitologia irlandese. La versione italiana purtroppo cambia il titolo e non rende giustizia all’intento del regista, quello di caratterizzare un’essenza infausta che nel folclore irlandese si delinei in donne legate a famiglie dai tipici nomi familiari Mac o Mc, giocando sul paradosso del proprio cognome, in omaggio alle origini parentali. Una narrazione dall’incedere ovattato, lento come…
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