Lost, una delle serie TV più acclamate dalla critica

Quando si è appassionati di una serie TV la successione delle puntate, i tempi di pausa tra uno e l’altro episodio e, soprattutto, il tempo fermo tra una stagione ed un’altra sembrano interminabili. Devo dire che, personalmente, ho visto da poco quindi a distanza di molti anni da quando uscì. Da quel lontano 2004 (data di uscita della prima stagione) fino ad arrivare alla stagione numero 6 nel 2010. Entrambe queste date sembrano lontanissime e, dal punto di vista di tecniche cinematografiche e computer grafica, certamente si tratta di un prodotto datato ma (qui va fatto il primo applauso) assolutamente godibile nonostante la differenza di tecnologia intercorsa tra quel che fu e ciò che è adesso.

Lost è la serie della rottura tra quel che era prima e quello che sarebbe stato dopo, un po’ come – ammetto che potrà sembrare blasfemo – l’avvento di Cristo ma dal punto di punto cinematografico. Perché questa importanza?

Per spiegarlo occorre un po’ spoilerare la trama (mi permetterò di farlo perché si tratta davvero di una serie iconica e come tale, conosciuta dai molti!) e poi sarà abbastanza intuibile capire la sua originalità.

Lost la trama ed alcuni personaggi

La parola stessa che dà il titolo alla serie Lost (Dispersi) è il primo aiuto che ci viene fornito dagli ideatori per capire cosa, a breve, vedremo: ebbene, dopo pochi minuti dall’inizio della prima puntata, ci si troverà in un contesto apocalittico perché un aereo si è appena schiantato su di un’isola che sembra moltissimo su una di quelle meravigliose isole caraibiche.

Occorre fare un piccolo sforzo di immaginazione perché è una serie che mette in contrasto, da un lato, la paura dei sopravvissuti (alcuni feriti) che verranno soccorsi proprio da uno dei passeggeri, un medico, un neuro-chirurgo, Jack Shephard, che sarà chiaro sin dall’inizio essere uno dei pilastri della narrazione.

Come nelle migliori trame che si rispettino, inizieranno (appena si farà la conta dei morti e si avrà tamponato l’emergenza) i primi guai legati alle dinamiche di potere e prevaricazione dove vige la legge “del più forte”. È vero, però, che questa serie TV non si limiterà mai (fino alla fine dell’ultima stagione) allo stereotipo classico predatore/preda ma andrà oltre: va detto, infatti, che Lost è la serie che arriverà ad introdurre anche la metafisica e la teoria quantistica e sarà sempre più chiaro che l’isola su cui sono precipitati è molto più di un banalissimo luogo isolato nell’Oceano.

Oltre Jack, gli sceneggiatori hanno giocato molto anche sulle tipologie di personalità ed hanno immediatamente ricreato una contrapposizione con James “Sawyer” Ford che è il classico bello e dannato e che entrerà in competizione con Jack per la conquista del cuore e delle attenzione della bella e pericolosa Kate Austen (ricercata federale per aver ucciso il suo patrigno che picchiava la madre ma che, da questa, verrà tradita e diventerà una fuggitiva) ma c’è anche la coppia di asiatici (i coreani coniugi Jin-Soo e Sun-Hwa Kwon con tutte le dinamiche e differenze culturali) …

Questi non rappresentano l’intero cast della serie ma non vorrei raccontare più del dovuto, dopotutto l’obbiettivo è comprendere che la sceneggiatura è complessa ed è studiata ad hoc; Lost è una serie corale e mescola mondi diversi (intesi qui come culture differenti) con mondi paralleli (intesi come mondi ipotetici, immaginabili e non). Mi rendo conto di aver detto tutto e di non aver detto niente ma il bello di Lost risiede proprio in questo mix, a tratti, surreale.

Qual è il lascito di Lost?

Lost ci lascia una trama complessa con un cast eccellente ma non solo: è una serie che racconta davvero tantissimo in un lasso di tempo narrativo concentrato.

Come ogni serie che si rispetti, Lost lascia che qualche personaggio – dopo aver catturato i cuori degli spettatori – li fa uscire di scena e, a volte, in modo cruento; quindi vige la regola sacrosanta “affezionati ma sappi che potresti perderlo da un momento all’altro” che fa sì che lo spettatore sia sempre all’erta e questo è prerogativa di queste trame vivaci, realistiche dove si può essere attaccati da un animale selvatico, da qualcuno già presente sull’isola e…

L’unico consiglio che mi sento di dare è di vedere Lost almeno una volta nella vita per decidere se si appartiene a quel gruppo di fan sfegatati o se, invece, si rientra nella categoria dei Lostscettici.

Ludovica Cassano

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