Carlo Emilio Gadda

 

Figura fondamentale nel panorama letterario italiano; in questo articolo verrà trattato il lombardo Carlo Emilio Gadda.

Autore poliedrico e irrequieto, Gadda già in adolescenza e – successivamente – in età matura mostra una sorta di dualità intrinseca che lo porterà a scegliere di frequentare i corsi in ingegneria al Politecnico di Milano. Non sarà una scelta facile, infatti, il giovane Gadda avrebbe voluto dedicarsi allo studio delle scienze umanistiche ma – assecondando le scelte materne – decise di cimentarsi nell’ingegneria ma questo produsse un primo grande dolore.  la Questo in sé non ha nulla di strano se non fosse che userà decisione non prevedeva – per lo stesso Gadda – una carriera nella letteratura.

Un uomo dalla vita lunga (nacque a Milano nel 1893) per morire a Roma nel 1973 e figlio di una famiglia benestante e mista perché il padre Francesco Ippolito Gadda era milanese mentre la madre Adele Lehr aveva origini ungheresi. Questa mescolanza culturale – in un periodo così tanto conflittuale quanto quello vissuto dall’ autore, si è probabilmente riflessa nella versatilità dell’opera gaddiana.

 Gadda ed il periodo fascista

Immaginiamo – per qualche minuto – di essere coetanei del nostro scrittore e poeta; ciò che vedremmo nel corso della nostra vita saranno ben due conflitti mondiali che segneranno – com’è facile intuire – anche lo stile – soprattutto – la visione del giovanissimo Gadda nel primo conflitto mondiale e del maturo Gadda nel secondo conflitto.

Avremmo potuto assistere ad un sentimento mutato nel tempo perché all’ inizio lo scrittore lombardo percepirà la guerra come qualcosa di importante e necessaria e sarà tra coloro che spingerà verso l’ingresso – nel conflitto mondiale – dell’Italia.

Partirà al fronte e vedrà cosa è, in realtà, il campo di combattimento e quanto è immensamente inutile soffrire e, magari, morire per ciò che somiglia più ad un massacro e dove la democrazia non esiste più.

Gadda combatte e in quel contesto incontra una serie di personalità che poi lo accompagneranno nel corso della vita e della sua produzione artistica. L’esperienza della guerra si mostra in alcuni romanzi quali Il castello di Udine (1934) nel quale romanzo parlerà- appunto – della personale esperienza del fronte e della dimensione della Guerra, oppure anche il suo diario dal titolo Giornale di guerra e di prigionia (del 1917) e parzialmente pubblicato nel 1955 e nel 1965 (parzialmente poiché molte pagine di questo preziosissimo documento dell’animo del soldato Gadda è andato perduto).

Gadda fu, in realtà, un autore davvero prolifico, arrivando a pubblicare più di trenta tra racconti, romanzi e saggi oltre ad aver scritto numerosi programmi televisivi grazie all’attività – nel suo lungo periodo romani – presso la RAI.

 Gadda è il suo pasticciaccio brutto

Reso celebre al grande pubblico con il suo romanzo più significativo ed originale ovvero Quer pasticciaccio brutto de’ via Merulana (1957, prima edizione completa dell’opera) che, invece, iniziò ad apparire a partire dal 1946 sulla rivista Letteratura.

Si tratta di un giallo dove in un condominio di via Merulana, a Roma, viene ritrovato un condomino cadavere e questo porterà all’investigatore Ingravallo ad utilizzare tutte le sue abilità per superare le diffidenze e le cattive e buone abitudini tipiche dell’essere italiano in quel periodo.

Cosa altro possiamo dire di questo romanzo giallo? Certamente che si tratta di un uso della lingua italiana molto variegata poiché oltre alla presenza di forme linguistiche tipiche del parlato (informale) ci sarà anche il dialetto molisano che è – per l’appunto – quello dell’investigatore. Si tratta di un romanzo estremamente leggibile ma anche perfettamente scritto dove ogni elemento è studiato alla lettera. Non verrà svelato alcun particolare della trama perché si consiglia – se non lo si conosce – di acquistare il romanzo prima possibile.

Ciò che possiamo dire senza far torto a nessuno (quantomeno che a Carlo Emilio Gadda) è citare il profondo senso di rispetto e di stima che l’autore lombardo ebbe per Alessandro Manzoni che ritenne uno dei maestri assoluti e nei suoi I promessi sposi, tra le opere meglio realizzate e importanti del nostro bagaglio letterale e culturale italiano.

Ludovica Cassano

 

 

 

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